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Sezione dedicata a Magico Vento un Sioux dalla pelle bianca

Magico Vento

Sezione dedicata a Magico Vento un Sioux dalla pelle bianca

Magico Vento

Gianfranco Manfredi

Magico Vento celebra il suo 100° episodio

Intervista al Padre di Magico Vento

Gianfranco Manfredi ci racconta il suo West

5/09/2005 - bila83

MV è un fumetto con molti riferimenti storici. Come ti rapporti a questa storicità senza sentirti un po' ingabbiato? Per esempio, un grande come GL Bonelli ha sempre evitato troppi riferimenti alla realtà storica per questo motivo…
Perché mai la Storia dovrebbe ingabbiare? La Bibbia , l'Iliade , la Divina Commedia, non sono forse opere che uniscono il massimo dell'elaborazione fantastica e simbolica alla Storia? E riferendosi a testi meno "sacri" … i romanzi di Emilio Salgari che certo furono importantissimi per la formazione di G.L. Bonelli, non hanno sempre uno sfondo e un contesto storico? Pochi sanno che Gianluigi Bonelli non esordì affatto come autore di fumetti, ma come romanziere e i suoi romanzi erano avventure ambientate in epoche diverse, per esempio durante le crociate , secondo la tradizione di Walter Scott. Inoltre persino nei fumetti che prescindono dalla Storia, la Storia si infiltra inevitabilmente. Ricordo quando una quindicina d'anni fa lessi una storia di Batman su una banda di maniaci sadici da strada che aggredivano e uccidevano le loro vittime riprendendo le loro gesta con una telecamera. Questo non sarebbe stato immaginabile negli anni 50. Le attrezzature tecnologiche nel Batman delle origini somigliavano, come nei film di fantascienza dell'epoca, alle prime consolle radiofoniche, poi man mano si sono evolute .Voglio dire: ogni singolo oggetto che rappresentiamo contiene Storia, la Storia non sono le date. Anche se presumiamo di raccontare un tempo immobile, un mondo del tutto immaginario, questo mondo non può che contenere Storia. Allora tanto vale che questo contenuto implicito sia reso esplicito.

Il numero 100 è in qualche modo in continuità con gli episodi precedenti e quanto meno quello successivo. Perché questa scelta e non un classico numero celebrativo?
Anzitutto a me le celebrazioni non piacciono. Una serie è una serie e resta tale anche quando vi compaiono numeri speciali. Quanti e quali numero cento sono riusciti ad essere davvero Esemplari? Nessuno. I lettori possono restare affezionati ( per misteriosi motivi) a una storia piuttosto che a un'altra, considerandola esemplare della serie indipendentemente dal numero di pagine , dalla collocazione, e dal fatto che sia stata realizzata in bianco e nero o a colori.

Curiosità: quanto tempo per preparare un ciclo di 5 albi come questo? Da quanto ce l'avevi in mente?
Da molto tempo aspettavo il momento di poter tirare le fila di molti personaggi e di molte narrazioni sparse nella serie. Ho rallentato il momento fatidico perché temevo che a molti lettori avrebbe dato l'impressione di essere "conclusivo" cioè di annunciare di fatto la fine della serie. Portare questo ciclo a cavallo del traguardo del n.100 e accompagnarlo alla trasformazione di MV che diverrà bimestrale e con trenta pagine in più, avrebbe fatto capire meglio che si entrava in una fase successiva, cioè quella che io chiamo Magico Vento Parte Seconda. Per la verità ho in mente anche quella che dovrebbe essere Magico Vento Parte Terza, ma non ho fretta di arrivarci e del resto del futuro dei personaggi seriali raramente decide l'autore, più spesso decidono i lettori . Maurice Leblanc avrebbe mai potuto supporre che al suo Arsenio Lupin si sarebbero ispirati gli autori nipponici di Lupin III? Questo per dire che non ho mai concepito e mai potrò pensare a MV come a una serie che a un certo punto finisce . Finirà quando finirà. Continuerà o si trasformerà finché continuerà a suscitare qualche interesse nel pubblico. I personaggi seriali anche quando apparentemente finiscono , possono rispuntare a distanza di generazioni indipendentemente dalla volontà e dalle previsioni del loro autore. Sulla copertina dell'ellepi dei Beatles Sgt.Pepper, tra i tanti personaggi della Band, c'è anche Tom Mix che a quel tempo nessuno ricordava più, ma inaspettatamente è ricicciato fuori, e in un contesto psichedelico! Chi avrebbe potuto immaginarlo?

Che conseguenze avrà il Little Big Horn sulla vita di Ned?
La vita di Ned sarà più errabonda, di certo perderà dei riferimenti (non solo territoriali, anche spirituali) , Ned sarà ben più che amareggiato . Però non tanto dal Little Big Horn quanto dalla fine di Cavallo Pazzo che verrà raccontata nel n.101.

Prima di chiederti cosa succederà a grandi linee dopo il numero 102, ricapitoliamo: possiamo riassumere così: dal numero 1 al 32 vediamo Ned impegnato contro Hogan. Come hai concepito questa parte? Cosa volevi rappresentare?
I primissimi numeri di MV insinuavano già il tema storico ( la narrazione inizia nel 1869/70 ) ma in realtà sono i numeri dove è più evidente il tratto mitologico e fantastico: Ned conosce e a volte si scontra con miti, creature e divinità indiane. Poi subentra una fase in cui queste divinità quando appaiono sono come emarginate, sopravvivono in spazi sempre più ristretti come dei reclusi. Con questo volevo significare che il progresso della cosiddetta civilizzazione distrugge le culture etniche ,le rinchiude nel folclore, le considera "infanzia" . La Storia si rende autonoma, o presume di rendersi autonoma, dalla Leggenda. Ma ci sono periodi come questo in cui viviamo oggi, in cui il passato più dimenticato risorge in forma "mostruosa" : il mondo civilizzato credeva di essersi liberato dalla schiavitù, dal razzismo, dai pregiudizi , dall'ignoranza, dalla ferocia e dal fanatismo delle ideologie e delle religioni organizzate, e si ritrova sommerso dal Grande Ritorno (in versione delirante e allucinata) del Passato Sepolto. I film horror del periodo che aveva preceduto la Seconda Guerra Mondiale, come La Mummia e Dracula, solo per citarne due, non rappresentavano forse questo? I cadaveri dei secoli passati ritornano con una differenza non trascurabile: nel loro tempo erano creature vive e vitali, nel nostro sono morti che camminano, sono Mostri . Magico Vento Parte Seconda, pur non abbandonando del tutto il percorso storico, tratterà di questo. Nel momento in cui la civilizzazione crede di aver trionfato sull'infanzia dell'umanità, ecco che spalanca le porte all'inferno: tutto ciò che credeva di aver sepolto, rinasce ma non a nuova vita, bensì a una vita putrescente, morta da secoli, che torna a perseguitarci. Ecco perché la Parte Seconda riporta in auge, con le trame di Aiwass e della Volta Nera , l'horror più scatenato. La frase che pareva una specie di slogan pubblicitario (Horror Western) potrà essere letta alla lettera: "L'Orrore Occidentale", che è quello in cui siamo immersi.

Poi, possiamo dire che dal 32 al 101 abbiamo un unico macro ciclo con diversi filoni. Ci pare che la caratteristica comune sia che Ned ha capito il suo ruolo e lo mette in gioco per il destino del suo popolo. E' esatto?
Sì, c'è un momento in cui Ned si sente parte di qualcosa, di appartenere a un popolo. Prima doveva scoprirlo, ora fa parte della sua vita, tanto che lui non può pensarla senza. Si sente come qualcuno che ha una missione da compiere e un ruolo anche se spesso faticoso da sopportare. La sconfitta del suo popolo, che del resto è anche la sconfitta di tutti quei bianchi che avevano sperato in un mondo più umano e più libero, lo condurrà alla dolorosa esperienza dell'isolamento.

Diversi filoni narrativi su MV: ce n'è uno più indispensabile di altri? O che ti viene più facile scrivere?
No, non direi. Tutti questi temi che si intrecciano costituiscono la serie. Se ne togli uno crolla tutto. I filoni nella serie non sono mai distinti: Custer e Aiwass non si incontrano faccia a faccia,eppure in qualche modo si incrociano,vedi l'episodio n.47 "I Sicari".

Ti proponiamo una riflessione: Ned sembra avere sempre una sfida fatta su misura per lui. Magari è proprio la più dura che gli possa capitare, però quella che gli serve. Esempio: vorrebbe capire il suo passato (n°16) e nel giro di pochi numeri (n°17, n°19, n°22) scopre (quasi per caso) un mucchio di cose. Sembra ci sia un disegno provvidenziale, possiamo dire così? Hai pensato MV così o è venuto naturale nel racconto?
In un racconto avventuroso e più in generale romanzesco, ci sono sempre una quantità di coincidenze fatali, in misura molto maggiore di quanto non accada nella vita reale. L'accumulo di coincidenze però serve a mostrarci che esse esistono anche nella vita reale. Quando le notiamo, ci sembrano sempre "miracolose" . Perché? Qualunque sia il nostro credo religioso o la nostra formazione culturale, quando ci troviamo di fronte a una coincidenza, siamo portati a pensare che ci sia un Destino, una Provvidenza, un Disegno che ci sopravanza e ci contiene, cioè che la nostra esistenza sia scritta. Siccome però non potremmo vivere se pensassimo che la nostra libertà è terribilmente relativa se non addirittura nulla, che cioè non agiamo, ma siamo agiti, un attimo dopo respingiamo quest'idea . Molte filosofie cercano di armonizzare questi due aspetti, ma di solito si limitano a giustapporli. I protestanti , in particolare i calvinisti, credono nella Predestinazione, ma allo stesso tempo sottolineano con grande forza la Responsabilità Individuale, il che è come dire: la nostra vita è scritta, ma noi siamo a maggior ragione responsabili di ciò che facciamo. Il ragionamento non sta in piedi, però di questa contraddizione abbiamo egualmente bisogno. I cattolici credono nel disegno provvidenziale, ma allo stesso tempo credono nel Libero Arbitrio. Manzoni vuol farci credere che la Divina Provvidenza riunisce Renzo e Lucia (come premio per essere rimasti, per loro scelta, puri e legati l'uno all'altra in mezzo a mille avversità), ma questa concezione a me è sempre sembrata aberrante dal punto di vista morale, dato che i due si ritrovano durante e grazie alla Peste! Ora che razza di divinità è quella che per far riunire due "promessi sposi" semina una strage ? Non era meglio che Lucia diventasse l'amante di Don Rodrigo e la Peste ci venisse risparmiata dalla Provvidenza? Ecco, sono scivolato nell'ironia, perché io la risposta non ce l'ho, credo che nessuno ce l'abbia e allora non resta che l'ironia.

Nel n°74, "Niagara", hai spiegato perché MV non ha più visioni (o comunque poche). E in effetti la serie ha un po' perso quel connotato magico-sciamanico iniziale. Il problema si risolverà?
Le visioni non le decidiamo noi, ci prendono. Alcuni ne sono più soggetti, altri meno. In ogni caso le visioni consumano, portano via un sacco di forze. Nei Supereroi americani, il limite ai loro Poteri è esterno (un nemico con altri e opposti poteri, un elemento come la Kriptonite eccetera). Invece il limite è interno: ogni accrescimento di potere, per un elementare principio di equilibrio, viene pagato con uno sforzo e una fatica crescenti, cioè ci indebolisce. Non c'è bisogno di tirare in ballo lo sciamanesimo per capire che le cose stanno così: basta fare dello sport. Una prestazione atletica di alto livello comporta una fase di recupero inevitabilmente lunga e a volte un degrado pari all'eccellenza dimostrata nell'occasione. Una delle storie vere eppure più altamente simboliche dei nostri anni, è quella di Maradona. Con il che non voglio dire che Ned ingrasserà o si farà ricoverare in clinica a Cuba…

Cosa puoi dirci del progettato speciale di Magico Vento?
Avrà una struttura diversa. Non voglio anticipare troppo perché magari il progetto cambierà un poco in corso d'opera, ma mi piacerebbe se gli Speciali fossero delle Storie di Bivacco, cioè delle storie che Ned e Poe si raccontano tra loro. La cosa contiene una sua ironia… è come se i miei personaggi cominciassero a raccontare e a raccontarsi da soli.

Se un lettore ti dicesse: "non leggo più MV perché della vita di Ned ormai so tutto", cosa gli diresti?
Chiunque può smettere di leggere MV quando crede, l'obbligo a continuare non esiste per fortuna. Anzi la cosa peggiore che possa capitare a un'opera grande o piccola che sia, è quella di essere prescritta come materia scolastica, cioè come lettura obbligatoria. Rispetto alla motivazione invece, la troverei bizzarra … come fa il tipo a saper tutto della vita di Ned, se non lo so nemmeno io? Comunque, viva la libertà. Trovo angosciante leggere quei fumetti dove il protagonista continua a fare e dire le stesse cose per anni, a volte per decenni. Mi chiedo come fanno tanti lettori a sopportarlo. Vorrei che fossero molti di più i lettori che dicono: basta, non ne posso più, passiamo ad altro! Tutte le volte che mi capita di vedere l'ennesimo film di James Bond, in TV, perché di certo non pago il biglietto per andarmelo a vedere, quando lui si presenta sempre con le stesse parole: "Bond… James Bond" a me viene l'orticaria! Non si può trovare un'altra battuta? Oltretutto è una spia, non ha neppure quel briciolo di fantasia necessario a inventarsi un nome d'occasione?

Se ti dicessero: salva un solo episodio di MV, quello in cui senti di aver espresso meglio il significato del tuo personaggio, per i posteri, quale scegli? Il nostro voto va a "La grande visione"…
No, non posso proprio rispondere a questa domanda. Sarebbe come chiedermi, in quel tuo romanzo, quale capitolo preferisci? Salva un capitolo esemplare. Ma no…allora buttiamolo via tutto, è meglio. Quanto ai posteri… saranno fatti loro, fortunatamente non è un mio problema.

Quanto c'è di tuo in Ned? Siamo in presenza di un "autobiografismo onirico", come è stato detto del rapporto tra GL Bonelli e Tex? Spesso nelle recensioni invece si scrive che la tua "proiezione" nella storia è Poe…
Non ho voluto raccontare Ned e Poe per raccontarmi, altrimenti avrei raccontato direttamente me stesso ( e sai che palle la vita di uno che passa le giornate seduto a scrivere!). Siamo in piena epoca narcisistica e dunque pensiamo che ogni immagine sia il nostro rispecchiamento. Balle! Chi la pensa così è perché non sa vedere altro che se stesso. Questo uccide la sensibilità. Guardo (o immagino) una montagna, avverto delle sensazioni soggettive, e il modo in cui dipingo o racconto quella montagna esprime anche la mia percezione (o la mia immaginazione), però la montagna non sono mica io. Ho disegnato personalmente il model sheet di un solo personaggio della serie e questo personaggio è Hogan, il più abissalmente distante da me.

Come fai a dare nuovi sviluppi alla vita di Ned? Mestiere narrativo, sviluppo logico o attaccamento viscerale?
La principale fonte di un narratore è l'inconscio, bisogna lasciarlo libero di suggerirci le direzioni da prendere, le nuove strade da esplorare. La tecnica, l'esperienza, la soddisfazione nel lavoro che si fa e anche la fatica nel farlo sono tutte cose importantissime, ma se non si lascia fluire l'inconscio ci si inaridisce. In sintesi: "va dove ti porta l'inconscio" .

C'è un aspetto di Magico Vento, inteso come personaggio, di cui non abbiamo ancora parlato e che ci tieni a raccontarci?
E' bello, forse troppo bello. Gli eroi western normalmente non sono uomini bellissimi e in ogni caso non hanno una bellezza "classica". Gli sciamani poi hanno carisma e fascino, ma la bellezza fisica per loro non è un requisito necessario. Può darsi che la sua eccessiva bellezza (penso soprattutto al Ned disegnato da Parlov, che personalmente è il Ned che preferisco , insieme al Ned delle copertine di Venturi) sia un handicap. Daniel Day Lewis , cui al principio ci siamo ispirati, non è così bello. Fisicamente Ned è molto più plastico. Nel periodo in cui pensavo al personaggio non avevo in mente solo l'Ultimo dei Mohicani ma anche il Piccolo Buddha di Bertolucci dove Siddharta è interpretato da Keanu Reeves che in quel film è di una bellezza inquietante, persino astratta. Volevo dare un segnale forte di differenza rispetto al classico duro del west, un eroe più romantico, e ho pensato che la sua spiritualità si esprimesse meglio con un fisico leggero, snello, dai movimenti fluidi come il vento, appunto. Però non è un caso che la storia più amata dai lettori sia stata "La mano sinistra del Diavolo" dove Ned appare da ragazzo, più ingenuo, più indifeso, meno statuario, in una parola: più umano. Questo mi ha fatto riflettere. Il nuovo personaggio di protagonista cui sto lavorando per un fumetto di cui non voglio parlare finché non sarà più prossimo all'uscita, non sarà affatto bello e non sarà nemmeno un duro. Mi piacerebbe che nel suo aspetto fisico mostrasse temperamento e carattere, ma anche un'evidente fragilità.

5/09/2005 - bila83

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